Vagoinetere

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L’ASCENSORE ( UN AMORE ADOLESCENTE)

Salgo

Mauro abita al 7° piano del palazzo di fronte al mio. Sto andando a studiare da lui. Non c’è un granchè da preparare per domani, ma che mi importa? Magari ci scappa una chitarrata, magari mi fa leggere le sue poesie…Io sono innamorata di Mauro. Segretamente (ma non troppo), da anni. Da quando me lo son ritrovato nel banco accanto al mio, in terza media. Io ero nuova , e la prof . di lettere, con un sorriso canzonatorio, mi ha indicato il banco libero , in prima fila : "Mettiti vicino a Ferrari, e vediamo se lo redimi." Ferrari, chiamato in causa, mi ha squadrato con un misto di interesse e diffidenza, dietro le lenti spesse da miope. Appena seduta mi ha detto : "Non sarai mica una secchia, eh?" e mi ha fatto uno dei suoi sorrisi irresistibili da ultimo della classe, e dietro le lenti ho visto che i suoi occhi erano belli e vellutati, con ciglia lunghissime, da bimbo. Dopo cinque minuti che mi faceva i dispetti, nascondendomi i quaderni dietro la schiena, e dandomi di gomito per ogni frase ampollosa della prof. , ero già cotta marcia di lui, e votata ad ogni sacrificio per ingraziarmelo, compreso quello di fingermi l’oca che non sono…Ma con l’incubo che si accorgesse che un po’ secchia (anzi brava) lo ero davvero…Mi dibattevo nel dilemma fra il sincero desiderio di cavarlo d’impiccio passandogli la versione di latino, e il sacro terrore che l’epiteto di "secchia" (quindi odiosa racchia) mi si appiccicasse definitivamente addosso…Poi ho deciso di rischiare la reputazione, e ho iniziato a passargli i compiti di latino e gli appunti di storia e filosofia . In compenso io non capisco nulla di matematica, e sua madre , che insegna geometria e algebra alle magistrali, si è offerta di dare ripetizioni a entrambi. Io di sua madre mi vergognavo un po’, veramente, ma se il prezzo da pagare per stare con Mauro era sciropparsi la genitrice volenterosa e impicciona , ero disposta anche alle lezioni con la suocera…E così ho iniziato ad andare a casa di Mauro a studiare, nel pomeriggio. Abbiamo iniziato con matematica (e sua madre fra i piedi), poi ho sostenuto che preparare latino e filosofia da soli era molto più pesante che farlo in due…e l’ho convinto. Quando voglio tiro fuori una dialettica da venditore ambulante…o forse, dopotutto, Mauro non ha opposto molta resistenza. Ecco, lui non si oppone…ma non si propone neanche, però. Dopo anni che lo frequento, non ha mai preso un’iniziativa. Sono sempre io a tampinarlo, a tentare di "violentarlo". Come quella volta del parco della cava: un episodio che è stato la mia rovina… Avevamo quattordici anni , e stavamo insieme come due bimbi dell’asilo. Ci tenevamo per mano, ci davamo i bacini sulle guance (qualche volta io, con grande ardore, lo baciavo sul collo). Un pomeriggio, eravamo in bicicletta (io in precario equilibrio sulla canna, soffrendo stoicamente per il piacere di appoggiargli la testa sulla spalla), e ho visto la deviazione per la cava. "Dai, Mauro " gli ho detto con finta noncuranza (mi tremava la voce) "andiamo a fare un giro al parco, ho voglia di sdraiarmi un po’ al sole". E lui, docile, ha svoltato verso la cava. Era una giornata estiva piena di canti di grilli e odore di fieno. La bicicletta è volata sul prato. Mi sono sdraiata ad occhi chiusi sull’erba e lui – incredibilmente - si è adagiato sopra di me. I suoi baci da casti si son fatti voraci e finalmente ho sentito la sua lingua giocare con la mia. Abbiamo limonato furiosamente tutto il pomeriggio. Mauro aveva una faccia stravolta che non gli conoscevo. Era come se il suo sguardo mi attraversasse senza vedermi, aveva perso l’aria romantica e carezzevole che sempre cercavo nei suoi occhi di velluto. Il giorno dopo la cava l’ho aspettato invano tutto il pomeriggio. In cortile nessuno l’aveva visto, ai giardinetti neppure. Ho citofonato e sua madre mi ha detto : "Credevo fosse con te, ha preso la bicicletta". Michele, sornione, mi derideva : "Cosa hai fatto a Mauro? E’ sparito nel nulla!" E’ poi ricomparso, Mauro. Alle otto di sera, sudato, sulla sua adorata bicicletta. Aveva fatto cento chilometri , pedalando furiosamente, per annullare con la fatica il ricordo molesto della scoperta del sesso. E ha deciso di rimuovere me, insieme a quel ricordo. Mi ha detto: "Non me la sento più di stare con te. Voglio essere libero. Voglio poter fare cento chilometri in bici da solo, se ne ho voglia, senza che tu stia ad aspettarmi con quel rimprovero sulla faccia." Io ho risposto, con un sorriso che mi è costato le fatiche di Ercole : "Va bene, Mauro, non c’è problema . Rimaniamo amici, vero?". A casa ho poi pianto tutto il pomeriggio , e tutta la notte, e il giorno dopo… La svolta della cava ha segnato il mio rapporto con Mauro. Lui continua a volermi bene, lo so, ma non c’è verso di avere il minimo contatto fisico con lui. E io non oso cercarlo, quel contatto, anche se lo desidero con tutta me stessa. Però sono sicura che mi ama. Quando siamo con gli altri lui fa l’indifferente, mi ignora , quasi…Io per gli altri sono la "frigida", quella che non ci sta. E lui si guarda bene dal contrastare questa versione… Se sapessero che il "frigido" è lui, lo farebbero morire…Allora con me ostenta, in pubblico, il più bieco cameratismo. Quello che mi fa arrabbiare, è che fa pure il cretino con le "bonone " del gruppo, il disgraziato. Perché così fan tutti… Io lo ammazzerei, certe volte…Però lo cucco spesso, girato verso il mio banco, che mi lancia languide e furtive occhiate (lui pensa che non me ne accorga, ma io lo "sento", il suo sguardo su di me…).Quando è tornato dal viaggio in Kenia è venuto in classe pieno di regalini per le "pupe" . Tutte lanciavano gridolini di piacere, aprendo i pacchettini, dove aveva messo, a casaccio, animaletti di legno. Io ero in disparte, apparentemente priva di doni , e gongolavo in segreto. Il giorno prima mi aveva portato a casa un pareo con tanti cuori disegnati sopra, e un anellino di pelo d’elefante. In fondo , che mi importa se di fronte agli altri non mi fila? Quando siamo soli, io e lui, a "studiare", è dolcissimo, e tenero, e gentile… L’unico "neo" è che non mi tocca. E non mi bacia. Mi devo contentare delle sue poesie, delle sue canzoni, delle sue occhiate carezzevoli (ah, se mi baciasse come mi guarda…). Ma io in un miracolo ci spero sempre…In fondo, dal giorno della cava, sono passati quattro anni. Magari un giorno o l’altro lo trova di nuovo, il coraggio di un bacio… Certo, la prima mossa non la faccio più io! Manco se mi torturano. Manco se mi pagano. Eh no, stavolta si deve muovere lui, mi dispiace. Se si avvicina, non mi tiro indietro, ma…Chissà, magari oggi è la giornata buona. Sì, oggi, lo sento, potrebbe succedere… Anche l’oroscopo è favorevole all’amore , per entrambi. Il mio, però, diceva di aspettare la prima mossa del partner. E io aspetto…Chissà se sono abbastanza carina , oggi. Questo specchio dell’ascensore non mi imbellisce di certo… Forse è la luce fredda. Cavolo, sto brufolo non l’ho coperto bene. Ma se Mauro si accorge che metto il fondotinta è peggio. Ha sempre detto che sono bella così, al naturale, e che detesta le ragazze che si mettono due dita di cerone sulla faccia…Sono nervosa come un grillo, come se fosse il mio primo appuntamento con lui. E mi scappa da ridere, per il nervoso. Uffa, sono troppo raggiante. Ho ancora 4 piani di tempo per dare una regolata a ‘sto sorriso. Devo raggiungere una misura equilibrata, un sorriso da hostess, insomma , un sorriso che mi faccia bella ma non mi sputtani troppo… Chissà cosa posso fare per farmi baciare senza che lui si accorga che l’iniziativa l’ho presa io…Devo escogitare qualcosa, devo creare una situazione favorevole… Gli farò tirar fuori la chitarra, con una scusa. Con la chitarra in mano, si addolcisce sempre. Mentre trae accordi con le sue belle mani (che dita lunghe…come le vorrei su di me!), le occhiate si illanguidiscono, e posso guardarlo anch’io un po’ adorante, senza timore di apparir ridicola… Però cominciamo sempre con una piccola baruffa sul repertorio, ogni volta. Mi vuole dirozzare, dice che ho dei gusti musicali da buzzurra. Solo perché mi piace Claudio Baglioni… Claudio Coglioni, lo chiama… Però suonavano "Questo piccolo grande amore" , quando mi ha dato il primo bacio sulla bocca , il 2 settembre del 74, su una panchina dei giardinetti sotto casa. E ora fa il cinico…Manco Battisti , gli va bene: dice che è di destra! E chi se ne frega! Se Hitler avesse composto "La canzone del sole", lo perdonerei…Come si fa a non cantare Battisti perché è di destra! Tollera appena De Gregori, perché ha scritto quella canzone su Pavese incomprensibile ai più ("e Cesare perduto nella pioggia sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina…."). Ma io preferisco Venditti , con "Compagno di scuola", che praticamente parla di noi ("…Perché, ditemi, chi non si è mai innamorato di quella del primo banco….").

Ma Venditti no, non va bene: troppo disimpegnato! Va bene la parola "compagno", ma inserita in una bella, pallosissima canzone di lotta…Mi sa che mi rifila Guccini, magari cantato a pappagallo, con la stessa erre moscia. Guccini non lo reggo, con la sua voce monotona e la sua vena funereo-iettatoria (nelle sue canzoni c’è sempre qualcuno che muore , che sia ad Auschwitz , o su un treno "lanciato in corsa contro l’ingiustizia" e piuttosto che niente in auto…) A proposito, avete fatto caso a quante volte si canta "In morte di S.F. " in autostrada???? No, se canta Guccini va a finire che mi si deprime e gli si affloscia la libido…Gli proporrò i Beatles. I Beatles sono una buona mediazione: se sono in inglese, i versi d’amore gli sembrano più pronunciabili . Attaccherà "Yesterday" guardandomi con intenzione, perché, anche se il nostro amore è giovane, abbiamo già un "ieri" da rimpiangere (è quel ieri del bacio sulla panchina, con Baglioni/Coglioni in sottofondo, casto bacio dato a labbra chiuse, senza troppa premeditazione…).E se mi chiede di fumarci uno spinello che gli dico? Io le canne non me le faccio. In verità non fumo perché mi fa venire la nausea e il mal di testa…ma siccome sta male dirlo, ne ho fatto una questione ideologica, e dico che non mi faccio le canne per non omologarmi. E in parte è anche vero…Odio quando i ragazzi si imboscano con aria da cospiratori, e si rollano gli spinelli con gesti iniziatici, e abbracciano le ragazze con aria casuale, facendo finta di essere un po’ storditi. Io non voglio che Mauro mi abbracci con aria casuale, voglio che si capisca che lo fa intenzionalmente, conscio di quello che fa! Sulla questione delle canne, e sulla questione dei divertimenti in genere, abbiamo litigato un sacco di volte. Lui, duro e puro, pretende ch’io mi sollazzi con lui fra un’assemblea e un collettivo, paga soltanto di assisterlo e sostenerlo, come una sorta di ragazza pon pon della sinistra… Due o tre volte ho cercato di uscire dal ruolo passivo della femmina qualunquista , prendendo la parola in assemblea: un disastro! Orribilmente amplificato, è uscito dal microfono un gorgoglio indistinto e incoerente, e balbettando ho dovuto battere in ritirata, sconfitta non dalla dialettica altrui, ma dalla mia insostenibile timidezza! Quella stronza della Casini, invece, che ha la faccia di tolla di intervenire su tutto, dall’unghia incarnita di Arafat al diaframma di Betty Friedman, solo per questo riesce a cuccarsi tutti i figoni della scuola, compreso quell’angelo caduto dal cielo che è Parenti (che però da quando si è messo con lei mi è scaduto…). La perfida ci ha provato anche con Mauro (che ne ha approfittato per farmi venire l’ulcera per la gelosia, anche se non è passato a vie di fatto) e…con me (perché fare la lesbica fra femministe usa, anzi è quasi d’obbligo… ma in questo io sono una maschilista sciovinista convinta!!!!!).Sia chiaro, io non invidio la Casini, ma non la sopporto… Non vorrei mai essere come lei, una caricatura della ragazza di sinistra-femminista-pluralista-antirazzista :è banale e conformista , nel suo finto anticonformismo ! Quello che mi sconvolge è il potenziale seduttivo delle Casini sui Parenti e sui Ferrari del mondo…Ma come fanno a non accorgersi della sua vacuità e del suo manierismo? Questo interrogativo esistenziale mi attanaglia quanto le domande di Sartre e di Schopenauer…Schopenauer: presto dovremo leggerlo per filosofia, e sarà bello studiarlo con Mauro. Ora siamo a Kant ed Hegel, che offrono meno spunti per trascinarlo su discorsi personali…Come faccio a passare dalla critica della ragion pura ad un invito al cinema? Con gli esistenzialisti mi riesce meglio…lui mi parla del senso della vita e io…zac, con nonchalance, gli chiedo di accompagnarmi al cineforum a vedere un film di Antonioni (sperando di restare sveglia…). Ma non riesco proprio a trascinarlo a ballare. E questo è un guaio , perché a me ballare piace moltissimo, e sono pure brava… Ma andare in discoteca pare sia di destra, che palle! Infatti in discoteca, e alle feste, ci vado con gli amici sanbabilini della Barbara. Sono proprio dei fascistoni, è vero, ma ballano tutti da Dio e hanno tutti delle fantastiche moto… E Giancarlo, l’amico del fidanzato della Barbara, è pure bello come il sole, e quasi quasi , ballando con lui un lentone dei Pink Floyd, all’ultima festa, stavo per farmelo… Solo che mentre Giancarlo faceva la piovra sulle note di "Whish you were here", all’improvviso, mi è comparsa davanti la faccia di Mauro , fra il deluso e lo stupefatto ("ma ti piace quel testa di cazzo???") , e allora le mille mani di Giancarlo le ho arginate con dolce fermezza, e ho ripristinato la distanza di sicurezza fra la mia bocca e la sua… Con Mauro è il contrario: con Mauro vorrei accorciarla, quella distanza, e ogni millimetro viene guadagnato con sforzi immani…Oh, sono già arrivata. 7° piano. Ferrari - Costa sulla porta e sul campanello . Ordine gerarchico, non alfabetico. Ferrari è il padre, Costa la madre. Respiro profondo, ravviata ai capelli ribelli. Suono il campanello…

Scendo

Mannaggia, mannaggia , mannaggia! Non mi ha baciato! Neanche stavolta mi ha baciato! Due o tre volte è stato sul punto di farlo, ne sono certa…ma non l’ha fatto! Quando eravamo ormai sul pianerottolo, e ha chiamato l’ascensore, ho visto che tergiversava… Io vedevo la lucetta rossa che lampeggiava da un piano all’altro e pregavo che la casa avesse trenta piani , e non quei miseri sette , che non gli lasciavano il tempo di sbilanciarsi verso di me e cercare un commiato a fior di labbra…Mauro si dondolava da un piede all’altro, e diceva cose insensate che non ascoltavo. Ma ridevo, nervosamente ridevo, e sentivo lo sgocciolare degli ultimi secondi utili per trovare un contatto con la sua meravigliosa , morbida bocca…Lo scatto dell’ascensore al 7° piano ha bruscamente rotto fantasticherie e speranze. " A domani ": anche Mauro aveva l’aria delusa, quando mi ha visto scomparire dietro le porte scorrevoli. Già, c’è sempre domani …La mia immagine allo specchio, in ascensore, non è poi così malvagia. E poi oggi non è andata tanto male, in fondo. Abbiamo fatto qualche esercizio di matematica, senza sua madre. Lei ha provato a metter dentro la testa :"Bisogno di aiuto?" In coro l’abbiamo zittita. "No, grazie!" Mauro ha riso con me, per il rifiuto espresso all’unisono. Ci capita spesso di rubarci l’inizio delle frasi, di leggerci nel pensiero. Più di una volta ho alzato la cornetta per telefonargli e lui era già là, all’altro capo del filo, materializzazione del mio desiderio. Mentre ero alle prese con l’algebra, oggi, Mauro ha afferrato il mio diario con mossa repentina. L’ho strattonato un po’ , cercando di rientrare in possesso della mia agenda. Sul diario ci scrivo di tutto. Anche di lui, sebbene in codice. Nel mio diario lui è Ramarro, perché il suo maglione preferito è di un bel verdone. Mauro, naturalmente , non lo sa, e mi ha fatto più volte il terzo grado su Ramarro. E’ buffo: è gelosissimo…di se stesso! Sul diario ha poi scritto frettolosamente due righe. Chissà che ha scritto…ora guardo. "Mauro Ferrari 3 volte al dì ". Ah, tipo prescrizione medica. Figurati, io la mia dose la prendo comunque, ci manca solo che me la ordini il dottore… L’ha suonata, la chitarra, anche oggi. Abbiamo archiviato rapidamente i compiti. Poi lui si è tolto gli occhiali. Quello è il segnale di guerra. Quando mi vuol sedurre, appoggia gli occhiali sul tavolo e sfodera l’arma letale del suo sguardo morbido senza filtro (ma perché gli occhi dei miopi sono così belli?). Io quasi svengo, quando Mauro si toglie gli occhiali. Gli ho chiesto di fare una pausa, e lui, obbediente, ha preso la chitarra . Ha attaccato subito coi Beatles, oggi ("Michelle"). Ho cantato insieme a Mauro, vergognandomi un po’ perché sono stonata. Mi sono iscritta ad un coro, per rimediare. Ma siamo solo alle prime lezioni…e così la mia voce fa dei salti inconsulti da un’ottava all’altra. Mauro però non si è dato pena per i miei falsetti intempestivi. Ha suonato imperterrito, accompagnandosi con la sua voce calda, e gratificandomi dei suoi sguardi amorosi. Poi siamo passati al settore droghe… C’era sua madre in giro, e la marijuana è rimasta nel cassetto, fortunatamente. Oggi c’è stata la variante alcolica…Per la merenda ha tirato fuori il vin santo coi cantuccini. Dopo due sorsi di vin santo io ero già ubriaca, e lui più disinvolto del solito. A un certo punto mi sono trovata il suo braccio intorno alle spalle, ed è stato come sentirsi attraversare dalla corrente elettrica. Eravamo così vicini che gli si sono impigliati gli occhiali nei miei capelli, e ridendo come matti ci siamo disincagliati, ma…niente (altro bacio sprecato!). Ma la vera occasione mancata è stata un’altra. Abbiamo parlato di Ventura e della Barbieri. L’avevo portato abilmente io , sull’argomento. Ventura e la Barbieri sono i nostri omologhi disinibiti. Si sono messi insieme nel settembre 74, come noi. Solo che loro si sono fidanzati veramente, senza crisi di panico e fughe in bicicletta e tiraemolla, come Mauro e me. Ventura e la Barbieri si amano e se lo dimostrano tranquillamente, e sono una coppia riconosciuta ufficialmente dal gruppo. E adesso pare che abbiano fatto il salto di qualità. Insomma, pare che abbiano rapporti sessuali completi. Sono usciti dal regno del petting, in cui tutti più o meno fanno scorribande (salvo Mauro e me) e fanno tutto, Ventura e la Barbieri. Io li invidio, li invidio , li invidio! Se becco la Barbieri le chiedo come hanno fatto, ad arrivare a questo in maniera indolore. E io non riesco nemmeno a farmi dare un bacio…Comunque, abbiamo parlato di noi, io e Mauro, con la scusa di parlare di quei due…Io , puntando sul suo spirito di emulazione, gli ho chiesto se approva il comportamento di Ventura. Lui ha detto che approva, ma ha iniziato a fare degli snervanti distinguo . Ha detto che è il passo era normale e inevitabile, per quei due che "stanno insieme da una vita " . ("Da una vita: quattro anni, Mauro, come noi due…").Ha detto che Ventura ha dalla sua l ’ "esperienza ". E poi ha pronunciato la frase fatidica, che mi ha lasciato di sale: "Io l’avevo anche pensato di fare l’amore con te, ma…"("L’avevi pensato…anche tu c’hai pensato, allora!!") Sono rimasta sospesa a quel "ma" con un senso di angosciosa aspettativa , già certa della rinuncia contenuta in quel monosillabo. "Ma? Ma cosa? "l’ho incalzato, trattenendo a fatica l’esasperazione che stava montando in me. "Ma non ho esperienza" mi ha risposto, come se l’argomentazione fosse conclusiva e inattaccabile. "E non te la puoi fare con me, sta dannata esperienza?", ho ribattuto , non rassegnata all’ineluttabilità dell’ennesima sua ritrosia. " Ma no , Elena, sarebbe un disastro, sono troppo imbranato, lo sai … " ("Oh, se lo so , sono quattro anni che lo so!"). A quel punto, una persona serena e disinibita (quindi non la sottoscritta), avrebbe chiuso la discussione accademica con un abbraccio, una carezza, un bacio… Ma io, che ho impressi a fuoco nella memoria i postumi della giornata della cava, di quel gesto risolutore non sono stata capace…Ho perso il "magic moment", e come al solito mi sono trovata a discettare di teoria , quando avevo una pazza voglia di far pratica…E , si sa , quando del sesso si parla, non lo si fa. Io e Mauro, infatti, ne parliamo spessissimo. Qualcuno direbbe , citando un veritiero luogo comune, che "la lingua batte dove il dente duole". Il pomeriggio è poi scivolato via, carico dei nostri desideri sospesi , e si è concluso col commiato davanti alle porte scorrevoli dell’ascensore : " A domani". E mentre scendo i sette piani delle mie aspettative deluse, mi sento tanto Rossella O’ Hara : "Domani è un altro giorno".
A "Mauro", che quel famoso bacio l’ha poi dato alla mia migliore amica…


(vagoinetere 09 Novembre 2001 da Libri e letteratura Yahoo It)